L’ascesa delle piattaforme Mobility as a Service (MaaS)

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URBI
Published in
4 min readNov 29, 2018

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La mobilità intelligente si prepara a rivoluzionare i trasporti del futuro. Ma che cos’è questo fenomeno di cui si sente tanto parlare?

I servizi di streaming come Netflix hanno cambiato radicalmente il modo in cui le persone cercano, accedono e pagano per i contenuti multimediali. E se questo modello di business si applicasse al trasporto urbano, come potrebbe cambiare il modo in cui si spostano gli abitanti delle città?

Molto probabilmente ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione nel campo della mobilità, denominata Mobility as a Service (MaaS).

Le piattaforme digitali MaaS consentono la pianificazione di viaggi end-to-end (letteralmente “da un punto a un altro”) aggregando tutti i mezzi di trasporto, pubblici e privati, disponibili in città e consentendo di pagare il servizio tramite un abbonamento mensile o in base all’utilizzo.

Piuttosto che dover individuare, prenotare e pagare separatamente per ciascun mezzo di trasporto — dal trasporto pubblico al taxi e ride sharing, dal bike sharing al car o scooter sharing — le piattaforme MaaS consentono agli utenti di mettersi in viaggio utilizzando un’unica app. Non vi piacerebbe avere un abbonamento mensile di mobilità che comprende tutti questi servizi?

Gli utenti possono indirizzare le proprie preferenze tenendo conto di tutti i parametri messi a disposizione in tempo reale dalla piattaforma, dalle condizioni meteo a quelle del traffico fino al rapporto costo/durata del viaggio. Un po’ come il servizio offerto da URBI, ma ancora in sviluppo per fornire all’utente una perfetta integrazione.

Tutto è cominciato in Finlandia, più precisamente a Helsinki, dove dal 2016 i cittadini hanno a disposizione un’app, Whim, per pianificare e prenotare tutti i mezzi di trasporto pubblico e privato all’interno della città: i treni, i taxi, gli autobus, persino le auto e le bici in condivisione.

Chiunque abbia scaricato l’app può inserire la propria destinazione, selezionare il mezzo con cui arrivarci e, nei casi in cui sia impossibile coprire la tratta a bordo di un singolo mezzo, scegliere una combinazione tra quelli più convenienti.

L’obiettivo delle autorità cittadine è quello di rendere i trasporti condivisi così convenienti da rendere superflua l’auto privata, abbattendo la congestione del traffico e i livelli di inquinamento acustico e atmosferico. Nelle grandi città, del resto, la densità va progressivamente aumentando: secondo un recente rapporto di Deloitte, la concentrazione di abitanti nelle aree urbane è passata dal 30% negli anni ’70 al 54% nel 2014 e arriverà al 66% entro il 2050.

Perché questo nuovo modello rappresenta il futuro? Semplice: nell’ultimo decennio i consumatori si sono sempre dimostrati altamente ricettivi nei confronti delle nuove opzioni di mobilità. Se nel 2006 le app di car sharing contavano 350.000 utenti, nel 2014 ne contavano circa cinque milioni. E i numeri sono destinati a crescere: si stima che nel 2024 questi saranno ventitré milioni. Oggi esistono piste ciclabili e stazioni di bike sharing in oltre cinquecento città dislocate in settanta Paesi, nel 2004 solo in undici Paesi. Insomma, le app di pianificazione viaggi, che aiutano gli utenti a identificare e confrontare le diverse modalità di spostamento, sono diventate d’uso comune grazie alle molteplici offerte e incentivi.

Per dar vita a questa realtà, oggi è necessaria la cooperazione di tanti attori diversi: società per il trasporto pubblico e privato, operatori di mobilità condivisa, aziende di telecomunicazioni, processori di pagamento, autorità locali ed enti per la pianificazione urbana.

A questi ultimi in particolare spetta il compito di riflettere su come collegare le diverse modalità di trasporto. Nelle città che adottano una soluzione MaaS si rende necessaria infatti anche una solida infrastruttura fisica che renda il servizio ancora più fruibile: zone di interscambio tra autobus e metropolitane, per esempio, o piazzole per il car sharing nei pressi delle stazioni.

Per quanto prometta di rivoluzionare il modo di concepire il trasporto cittadino, questo servizio si trova ancora in una prima fase di sviluppo, e le innovazioni sono all’ordine del giorno. Nei prossimi anni, tuttavia, il numero di sperimentazioni pilota è destinato ad aumentare. Due di queste saranno avviate proprio da URBI, più precisamente a Torino e a Berlino. Staremo a vedere!

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