Il futuro della mobilità è sempre più elettrico

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4 min readNov 12, 2018

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Tra i prossimi obiettivi per enti pubblici e aziende, c’è quello di creare un ecosistema in cui i veicoli elettrici possano muoversi e…ricaricare le batterie!

Con l’avvicinarsi del 2020, anno scelto da molte case automobilistiche per entrare a passo sicuro nel mercato della mobilità elettrica, i prossimi due anni rappresentano un momento cruciale per affrontare le sfide che il passaggio da una mobilità a motore termico a una a motore elettrico richiede. La prima: creare un ecosistema in cui i veicoli elettrici possano muoversi e soprattutto ricaricare le proprie batterie.

Un tema, questo, che costituirà il vero nodo da sciogliere quando la produzione di auto elettriche sarà compiutamente affermata e la mobilità elettrica raggiungerà numeri consistenti.

Le strategie climatiche accentuano ulteriormente l’importanza del passaggio alla mobilità elettrica: secondo le ultime disposizioni UE in materia, le auto vendute già dal 2025 non dovranno superare un livello di emissioni di 68–78 grammi di CO2/km (il 35–40% in meno rispetto alle emissioni delle nuove auto vendute attualmente in Italia) raggiungibili con una quota di veicoli elettrici del 15–25% rispetto al totale. Occorre dunque riflettere sulla possibilità di cogliere nuove opportunità.

Le stesse case automobilistiche si stanno attrezzando per fornire servizi di mobilità sempre più articolati e quasi tutte hanno avviato programmi per il passaggio all’elettrico.

Da Audi che a partire dal 2020 amplierà la gamma di veicoli elettrici e ibridi plug-in 0 a Nissan che con il suo piano Drive to the Future porterà dodici nuovi modelli in gamma entro il 2022, fino a Volkswagen, che ha destinato la quota maggiore di investimenti nello sviluppo di mezzi elettrici e che, dal 2019, debutterà con tre modelli: la berlina compatta I.D. che sarà la nuova Golf, il crossover compatto Crozz e l’iconico pulmino degli anni 60 Bulli, in versione completamente elettrica. Anche il gruppo FCA abbandonerà le motorizzazioni diesel per fare spazio a modelli a zero emissioni e ibridi plug-in nella parte alta della gamma Ferrari, Maserati e Alfa Romeo.

Restringendo l’obiettivo sul nostro Paese, non si può non riconoscere il ruolo positivo della diffusione di veicoli elettrici, considerato il loro contributo nel ridurre le emissioni climalteranti e nel combattere l’inquinamento dei centri urbani italiani.

Se da un lato nel 2017 le vendite di veicoli elettrici in Italia non hanno superato le 2.000 unità, un apporto sostanziale è arrivato dalla sharing mobility.

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, il numero di veicoli a zero emissioni continua a salire di anno in anno soprattutto grazie ai servizi di car sharing e scooter sharing 100% elettrici. Il numero di veicoli elettrici in condivisione circolanti in Italia è cresciuto di 3,5 volte in tre anni, passando da 620 mezzi nel 2015 a 2.200 nel 2017. Oggi i veicoli a zero emissioni rappresentano il 27% del totale degli scooter e delle automobili in condivisione sulle strade italiane.

Restringendo l’obiettivo sulle automobili, nel 2017 la flotta elettrica ha rappresentato il 24% del totale delle auto in condivisione contro il 12% del 2015.

Questo grazie a una società in particolare, Share’ngo, che dopo due anni dal primo servizio di condivisione in modalità free floating, inaugurato a Milano nel 2015, gestisce oggi l’82% delle auto elettriche condivise tra Milano, Roma e Modena. Trend rafforzato anche dall’arrivo nel 2016 di Bluetorino a Torino, che con la sua flotta 100% elettrica ha gestito nel 2017 più di metà delle auto elettriche station based italiane, e Adduma car a Firenze.

Che dire infine dei mezzi a due ruote? Totalmente assenti nel 2016, gli scooter elettrici hanno rappresentato nel 2017 ben il 68% della flotta complessiva, grazie in particolare ai servizi 100% elettrici di eCooltra e Mimoto, a cui si sono aggiunti di recente Zig Zag e GoVolt. Una menzione a parte, infine, la merita il monopattino elettrico Helbiz.

I numeri sono incoraggianti, ma si può fare ancora di più. Del resto, quello della mobilità elettrica in Italia è, nella realtà dei fatti, un settore vivace, dinamico e in forte espansione!

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